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I gettonisti: una risorsa strategica per la sanità pubblica

Nel dibattito sempre più acceso sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, i medici gettonisti vengono spesso rappresentati come simbolo di spreco e precarietà. Tuttavia, i dati più aggiornati raccontano una realtà ben diversa: il ricorso a medici libero-professionisti a gettone non ha appesantito i conti pubblici, anzi, in molte Regioni ha contribuito a migliorare le performance dei servizi sanitari e a chiudere i bilanci in attivo.

I numeri non mentono: chi usa i gettonisti chiude in attivo

Secondo il monitoraggio del MEF pubblicato da QuiFinanza, Regioni come Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Veneto—tra le prime in Italia per spesa in personale a gettone—hanno tutte raggiunto o superato l’equilibrio economico nella spesa sanitaria 2023. Alcune, come il Piemonte, hanno registrato addirittura un avanzo di oltre 21 milioni di euro.

Figura 1 – Spesa per gettonisti per Regione (2024, inclusa Sicilia)

Meno costi fissi, più efficienza

Il motivo è semplice: il gettonista non grava sul bilancio strutturale. Non ha scatti di anzianità, non matura ferie o malattia, non genera costi previdenziali per l’ente pubblico. Riceve un compenso netto per turno, senza oneri aggiuntivi per l’amministrazione sanitaria.

Migliori performance ospedaliere

L’efficienza non si misura solo con il bilancio. Le Regioni che si sono affidate ai gettonisti mostrano anche ottimi punteggi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna—tutte Regioni con forte ricorso ai libero-professionisti—hanno superato ampiamente la soglia di qualità prevista dal Ministero della Salute, segno che il personale a gettone ha garantito continuità, tempestività e qualità assistenziale.

Figura 2 – Avanzo/disavanzo del bilancio sanitario regionale 2023 (inclusa Sicilia)

Confronto tra costo del medico strutturato e del gettonista

Il grafico seguente mostra il costo medio annuo per medico a carico del sistema sanitario regionale, mettendo a confronto i medici strutturati e i gettonisti. Come si evidenzia, il costo del gettonista è inferiore in tutte le Regioni considerate, inclusa la Sicilia, con un risparmio netto medio di circa 20.000 € per medico.

Figura 3 – Confronto tra costo del medico strutturato e del gettonista (per Regione, inclusa Sicilia)

Un modello di sostenibilità, non di precarietà

Il gettonismo non va demonizzato. Va inquadrato e regolato come strumento strategico di gestione delle risorse umane, utile nei momenti di emergenza e in contesti dove la carenza di medici strutturati è strutturale. Quando usato in modo trasparente e programmato, non rappresenta un’alternativa alla sanità pubblica, ma un suo supporto essenziale.

Conclusione: meno ideologia, più lettura dei dati

Etichettare i gettonisti come spreco è fuorviante. I numeri parlano chiaro: nelle Regioni che più hanno fatto ricorso a questa modalità, i conti sono in ordine, i servizi hanno retto e i pazienti hanno ricevuto assistenza.

In una sanità sotto pressione, il medico gettonista è stato—e continua a essere—un’àncora di salvezza, non una falla. Ignorare questo significa tradire non solo l’evidenza, ma anche i cittadini che hanno ricevuto cure tempestive grazie a questi professionisti.

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