Nel contenzioso sanitario, sia civile che penale, la prova scientifica non rappresenta un mero supporto tecnico, bensì un elemento costitutivo del giudizio. La crescente complessità delle scienze mediche impone al giudice un approccio epistemologicamente fondato, in cui la verifica dell’affidabilità delle conoscenze scientifiche diventa imprescindibile per l’accertamento del nesso causale e della responsabilità professionale.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 45399/2024, ha ribadito che il nesso causale può essere ravvisato quando, alla stregua del giudizio controfattuale, condotto sulla base di una generalizzata regola di esperienza o di una legge scientifica – universale o statistica –, si accerti che, ipotizzandosi come realizzata dal medico la condotta doverosa, l’evento non si sarebbe verificato, ovvero si sarebbe verificato ma in epoca significativamente posteriore o con minore intensità lesiva. Tuttavia, non è consentito dedurre automaticamente dal coefficiente di probabilità espresso dalla legge statistica la conferma dell’ipotesi accusatoria sull’esistenza del nesso causale; il giudice deve verificarne la validità nel caso concreto, sulla base delle circostanze del fatto e dell’evidenza disponibile.
In ambito civile, l’onere della prova del nesso causale nella responsabilità sanitaria è stato oggetto di attenzione nella recente ordinanza n. 5922/2024 della Cassazione, che conferma e chiarisce il riparto dell’onere probatorio: il paziente deve dimostrare il nesso causale tra la condotta del sanitario e il danno subito, mentre è onere della struttura sanitaria o del singolo professionista dimostrare la correttezza della prestazione o l’imputabilità dell’inadempimento a cause esonerative.
La legge 8 marzo 2017, n. 24 (c.d. legge Gelli-Bianco) ha introdotto importanti novità in materia di responsabilità sanitaria, enfatizzando l’importanza della sicurezza delle cure come parte costitutiva del diritto alla salute. La normativa ha previsto l’obbligo per le strutture sanitarie di adottare misure organizzative idonee a prevenire gli eventi avversi e ha delineato un sistema di responsabilità basato su criteri scientifici e linee guida accreditate.
La crescente complessità delle controversie in ambito sanitario impone al sistema giudiziario un approccio basato su evidenze scientifiche solide e metodologicamente corrette. La prova scientifica deve essere al centro del processo, garantendo decisioni giuste e fondate su conoscenze affidabili. Solo attraverso un processo fondato sulla scienza è possibile tutelare efficacemente i diritti delle parti e assicurare la giustizia sostanziale nel contenzioso sanitario.
La centralità della prova scientifica nel processo sanitario: verso un paradigma epistemologico del giudizio
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