lunedì, Maggio 5, 2025
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Strategie amorose degli animali

di Angelo Messina

 Strategie amorose

Non sempre alle femmine piace fare sesso, ciò accade tanto nell’uomo quanto negli animali.

Ma in non pochi casi, la ricerca del successo riproduttivo è più forte del piacere e ciò richiede ai maschi misure estreme per farlo comunque, anche quando l’accoppiamento per loro può risultare pericoloso e persino fatale.

A riguardo, tra gli animali ci sono numerosissimi e singolari esempi di strategie messe in atto dai maschi per riuscire a farlo senza subire reazioni violente da parte delle femmine o addirittura di essere da queste divorati.

Cannibalismo sessuale

Il cannibalismo sessuale legato alla attività riproduttiva è un comportamento abbastanza diffuso tra gli animali.

Il caso più noto è quello delle mantidi religiose, di cui citiamo, Mantis religiosa (Linneo, 1758) e Iris oratoria (Linneo, 1758), specie di insetti diffuse nelle terre del Mediterraneo, Italia compresa.

La caratteristica alla quale diverse specie di mantidi debbono il nome comune di “religiose” è dovuta alla particolare postura delle zampe anteriori, ben sviluppate e armate di spine (raptatorie), che vengono tenute come in atteggiamento di preghiera.

In verità le zampe sono disposte in posizione di attacco, pronte a scattare e imprigionare le prede, tra cui anche i malcapitati maschi che vanno alla loro ricerca per accoppiarsi.

Va anche detto che, caratteristica biologica di questi animali, comune anche ad altre mantidi, è la capacità delle femmine di produrre figli vitali e fertili, per partenogenesi facoltativa, senza la necessità di accoppiarsi e pertanto  facendo a meno dell’intervento dei maschi.

Allorché il maschio delle mantidi religiose si avvicina alla femmina con intenti amorosi, questa, sempre in posizione di agguato, fa scattare velocemente le forti zampe raptatorie e lo abbraccia strettamente, imprigionandolo.

Ma in questo caso, l’amplesso tra i due non è tanto una loro manifestazione amorosa.

Tutt’altro

Infatti, mentre il maschio, spinto dalla sua esigenza di carattere biologico di avere una discendenza, è impegnato ad introdurre il proprio sperma dentro le vie genitali della signora mantide, questa ne approfitta per dare libero sfogo al suo godimento di carattere gastronomico.

Tiene quindi stretto a sé il suo partner per non farlo scappare e quindi poterselo mangiare a poco a poco … a partire dal collo.

In verità il maschio non prova neanche a scappare, intento com’è a fare durare più a lungo possibile il rapporto con la partner.

Sembra dimostrato che in diverse specie il cannibalismo sessuale sia un adattamento utile alla specie. Infatti, in alcuni casi, l’inseminazione avviene soltanto allorché la femmina colpisce alcuni centri nervosi del cervello del partner. In altre parole, il maschio non può portare a termine l’accoppiamento se la femmina non gli mangia la testa.

Diversamente accade in un’altra specie di mantide religioso, la mantide springbok (Miomantis caffra Saussure, 1871) originaria dell’Africa del Sud.

I maschi di questa specie si distinguono per essere meno disponibili al sacrificio di quanto lo siano quelli delle mantidi religiose.

In questo caso, durante i preliminari del corteggiamento, il maschio ingaggia una vera e propria lotta con la femmina.

Se riesce ad “abbracciarla“ per primo, allora può anche accoppiarsi senza rimetterci la testa e quindi la pelle .

In verità, questo brutale rituale ha allo stesso tempo il significato di una tattica di corteggiamento e di sopravvivenza.

Il cannibalismo sessuale si rinviene anche in diverse specie di ragni e tarantole, con i maschi che si offrono in pasto alle femmine pur di accoppiarsi.

Ed ancora, tra i polpi non sono rari i casi in cui la femmina strangola il partner dopo la copulazione.

In tutti questi casi sopra tratteggiati, la morte del maschio significa successo riproduttivo per la sua femmina che, avendo ricevuto in eredità spermatozoi e anche di che nutrirsi, può fare tanti figli.

E, in prospettiva, ciò significa maggiori probabilità di sopravvivenza della specie.

 Morire di troppo sesso

Tra gli animali, si registrano anche parecchi casi in cui i maschi muoiono subito dopo essersi accoppiati, per fame e stress.

Tra gli invertebrati, calabroni, api, formiche, farfalle e tanti altri tra gli insetti, ed ancora ragni, e polpi, offrono numerosi esempi di specie che concludono il loro ciclo riproduttivo con la morte dei maschi.

Tra i vertebrati, i maschi dei salmoni e quelli degli antechini muoiono sopo l’accoppiamento.

Gli antechini, sono piccoli marsupiali del continente australiano di aspetto simile a quello di un toporagno che si caratterizzano anche per avere un breve ciclo vitale e per riprodursi soltanto una volta.

I maschi riescono ad accoppiarsi anche per 12 ore consecutive e a non dormire per diversi giorni sotto lo stimolo dell’imperativo biologico di per poter fecondare il maggior numero possibile di femmine.

Alla fine muoiono collassati per lo stress e il digiuno.

Ma il sacrificio dei maschi continua anche dopo la loro morte.

La loro carne viene in un certo modo riciclata tramite il cannibalismo, per permettere alle future generazioni di crescere al meglio delle possibilità.

Amore…a pagamento

Meno cruento ma particolarmente divertente, e per certi versi accostabile a quello umano, è il comportamento di Pisaura mirabilis Clerck (1757), piccolo ragno comune anche in Italia che può rinvenirsi in tutti gli habitat, con preferenza per quelli umidi.

 

Lunghi di solito fino a 1,5 cm, con le femmina leggermente più grandi dei maschi, i Pisauri, sono artropodi che, come gli altri rappresentanti dell’ordine di appartenenza, quello degli Araneidi, hanno corpo tipicamente differenziato in una regione anteriore (prosoma o cefalotorace) che si collega con un sottile peduncolo ad una posteriore (opistosoma o addome).

Al pari degli altri ragni, i Pisauri portano davanti alla bocca un paio di brevi appendici a forma di stiletto, detti cheliceri, al cui apice sbocca solitamente una ghiandola velenigena con cui paralizzano le prede di cui si cibano.

Posteriormente alla bocca si trovano i cosiddetti pedipalpi, appendici che, oltre per afferrare le prede e triturarle, vengono anche impiegati dai maschi come organi copulatori e inzuppati di sperma poco prima dell’accoppiamento.

Sempre sul prosoma, dopo i pedipalpi, i Pisauri hanno 4 paia di lunghe zampe.

Nel periodo estivo, al momento di riprodursi, i maschi di Pisaura mirabilis per propiziare l’accoppiamento sono soliti portare regali alle femmine, regali di solito rappresentati da un bozzolo di seta con dentro una preda viva ma preventivamente paralizzata.

Infatti, è dimostrato che le signore Pisaure si dimostrano manifestamente molto più disponibili ad avere rapporti sessuali con quei maschi che si presentino con un dono commestibile piuttosto che con quelli che arrivano senza portare niente.

L’accoppiamento tra Pisauri è una faccenda alquanto lunga e complicata.

Infatti, il maschio deve prima tessere una tela e depositarvi sopra il proprio il proprio sperma. Quindi deve intingervi ripetutamente i propri pedipalpi per impregnarli di quanto più sperma possibile.

Poi, mentre la femmina si gode la preda portata in dono e comincia a mangiarsela, il maschio con pazienza, utilizzando i pedipalpi bagnati del proprio liquido seminale, introduce quanto più può del proprio sperma all’interno delle due cavità genitali della femmina, prima in una e poi nell’altra, spesso con un intervallo di tempo in mezzo.

L’intera operazione può richiedere anche due ore di tempo.

È evidente che le probabilità che il maschio abbia successo e trasferire maggiori quantità di spermatozoi nelle vie genitali della femmina, assicurandosi così una prole più numerosa, sono tanto maggiori quanto più voluminoso e succulento è il regalo che distrae la femmina.

 

Considerato l’innegabile vantaggio di presentarsi all’appuntamento amoroso con un dono mangereccio, accade anche che qualche maschio che non è riuscito a catturare una preda da portare alla femmina, ha la furbata di portare un bozzolo vuoto o contenente foglie o rametti.

Il furbetto spera in questo caso di riuscire nella sua impresa di inseminazione prima che la femmina si accorga dell’imbroglio.

In ogni caso, il rapporto dura poco, con un forte impatto negativo sulla riproduzione della specie.

D’altro canto, non sempre un regalo è sufficiente ad assicurare un rapporto amoroso soddisfacente perché se è piccolo la femmina taglia la corda in tutta fretta, beffando il povero spasimante.
Ma l’aspetto divertente della storia d’amore tra i Pisauri non finisce qui.

A sua volta, se finisce il suo compito di inseminazione prima che la femmina abbia ultimato il suo pasto, può accadere che il maschio cerchi di riprendersi il dono per portarlo a un’altra femmina.

Questo comportamento generalmente provoca una rissa tra i due.

Da parte sua, qualche signora Pisaura, ancor prima ancora che inizi il rapporto, cerca di scappare via con il bottino, nella speranza di poter gustare più prede avendo un solo rapporto.

Ma il Pisauro accorto, per evitare che si verifichi questo inconveniente, spesso tiene il bozzolo con il proprio dono legato a sé con un filo di seta, una sorta di guinzaglio.

Come dire, tutto il mondo è paese.

Anche quello animale.

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