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sabato, Settembre 21, 2024
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A proposito del Dataroom di Milena Gabanelli sui Medici di Famiglia

Premesso che molte delle considerazioni della giornalista di Milena Gabanelli sui Medici di Famiglia sono condivisibili, ci si augura che presto confezioni un’altra inchiesta sull’spedalità.

Viene spontaneo farsi alcune domande:

1) Se un intervento chirurgico per patologia oncologica (quindi non parliamo di un giradito) viene programmato a distanza di anni dalla diagnosi è colpa della Medicina del Territorio?

2) Se un esame diagnostico OGGETTIVAMENTE urgente viene trasportato alle calende greche è responsabilità della Medicina del Territorio?

3) Se delle terapie riabilitative URGENTI vengono differite a data da destinarsi è da attribuirsi alla inefficienza della Medicina del Territorio?

4) La Giornalista afferma, giustamente, che se le prestazioni diagnostico-terapeutiche di base potessero essere eseguite dalla Medicina del Territorio si potrebbero evitare sia il sovraccarico dei Pronto Soccorso che le lunghe liste d’attesa.
Le affermazioni della Galbanelli hanno un razionale per quanto riguarda le prestazioni a bassa intensità, ma come mai il problema delle lunghe liste d’attesa interessa anche le prestazioni ad alta intensità, che in base ai codici di priorità dovrebbero “saltare la fila”?
Si ha l’impressione che questi codici non vengano assolutamente presi in considerazione o utilizzati a “casaccio”.

5) La giornalista stessa afferma che allo specialista dovrebbero essere indirizzati casi gravi. Ma ha un senso nel terzo millennio, epoca di superspecializzazioni? Possiamo negare il livello più alto delle cure ai cittadini?

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