Con un esposto presentato a 9 Procure della Repubblica siciliane, Codacons e Codacons Donna chiedono di indagare sulla pericolosa escalation di femminicidi registrata anche in Sicilia, nell’ambito di un fenomeno che, a livello nazionale, ha assunto i contorni di una vera e propria emergenza, e su eventuali carenze, omissioni e ritardi da parte dello Stato e delle istituzioni preposte alla tutela dei soggetti più vulnerabili.
“Negli ultimi mesi il femminicidio e gli omicidi di genere sembrerebbero aver raggiunto livelli di emergenza nazionale – scrive Codacons nell’esposto – Non si tratta più di una tragica sequenza di “casi isolati”, ma di una vera e propria mattanza quotidiana. Eppure, nonostante l’esistenza di leggi, strumenti di tutela e proclami di tolleranza zero, la realtà è che lo Stato continua a fallire nella sua missione primaria: proteggere la vita delle persone più fragili. Le attuali misure di prevenzione risultano del tutto insufficienti, spesso solo sulla carta, mentre l’azione delle autorità è troppo lenta, inefficace, talvolta assente. Le vittime vengono lasciate sole ad affrontare minacce, persecuzioni e violenze che sfociano nell’omicidio, mentre chi dovrebbe intervenire si rifugia dietro la burocrazia, la mancanza di risorse o, peggio, l’indifferenza. Ogni ritardo, ogni omissione, ogni sottovalutazione equivale a una condanna a morte”.
Una situazione che, secondo le due associazioni, configura una gravissima violazione dei doveri istituzionali e può comportare responsabilità penali.
“L’articolo 40, comma 2, del Codice Penale (Rapporto di causalità) stabilisce chiaramente che chi ha l’obbligo giuridico di impedire un evento dannoso e non interviene, risponde come autore dell’evento stesso (“Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”). In altre parole, l’omissione di intervento da parte delle autorità preposte alla prevenzione dei femminicidi equivale a un concorso colposo in tali reati – si legge ancora nell’esposto – Parallelamente, l’articolo 328 del Codice Penale (Rifiuto di atti d’ufficio. Omissione) punisce il pubblico ufficiale che omette di compiere un atto del proprio ufficio che, per ragioni di giustizia o sicurezza pubblica, deve essere eseguito senza ritardo. Questa norma si applica in modo stringente nel contesto della prevenzione della violenza di genere, laddove il mancato intervento o controllo può tradursi in conseguenze letali. Inoltre, gli articoli 575 e 589 del Codice Penale, relativi rispettivamente all’omicidio doloso e colposo, trovano applicazione anche in caso di concorso mediante omissione, quando la mancata azione delle istituzioni contribuisce causalmente al verificarsi di omicidi plurimi”.
Per questi motivi, Codacons e Codacons Donna hanno chiesto alle 9 Procure della Repubblica siciliane di accertare le eventuali responsabilità penali, anche per concorso in omicidio plurimo mediante omissione, di tutti i soggetti istituzionali coinvolti, di verificare il rispetto delle procedure previste dalla legge, l’adozione delle misure di protezione, l’esecuzione dei controlli necessari e la corretta valutazione delle segnalazioni di pericolo.
Femminicidi: Codacons e Codacons Donna presentano esposto a 9 Procure della Repubblica siciliane
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