Giunge una nota del Dipartimento del Farmaco della ASP 3 Catania, nella quale riassumendo, si fa notare ai Medici prescrittori che la spesa farmaceutica riguardante la terapia dei pazienti dislipidemici (affetti da Ipercolesterolemia e/o Ipertrigliceridemia) è aumentata rispetto agli anni precedenti e quindi bisogna “risparmiare” e di conseguenza si richiede di porre maggiore attenzione nell’utilizzo di alcuni farmaci. La prescrizione di queste molecole a carico del SSN è subordinata al rispetto della nota 13 AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). La stessa Agenzia si rifà a linee guida del 2011, che invece sono state aggiornate fino alle nuove del 2023. I pazienti vengono classificati in diverse classi di rischio e per ciascuna di esse viene raccomandato un target specifico di valori al disopra dei quali il rischio di incorrere in eventi di natura cardiovascolare aumenta significativamente. Quando la Stessa Agenzia produce delle note dovrebbe fare riferimento alle linee guida più aggiornate. In questo caso, come in altri, invece è spesso in ritardo rispetto alle evidenze scientifiche più recenti.
Sorgono spontanee alcune domande:
Le linee guida cui lavorano costantemente gli scienziati più illustri del Pianeta alla resa dei conti non sono poi così attendibili?
Queste note hanno soltanto lo scopo di fare “risparmio”?
Chi produce queste note (attualmente siamo arrivati alla numero 100) è consapevole che fare Farmacoeconomia in questo modo si traduce nel medio- lungo termine in aumento esponenziale di costi per ricoveri a causa di patologie che non vengono curate in modo appropriato?
Il costo in vite umane che l’aspetto più importante?!
Le implicazioni di natura deontologica e Medico-legale cui potrebbero andare incontro i Medici prescrittori in considerazione del fatto che in caso di contenzioso la Giustizia basa le proprie decisioni per quanto riguarda la responsabilità professionale sulle linee guida più recenti, riferimento nell’operato di tutti i professionisti della Sanità?