venerdì, Luglio 18, 2025
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TSO, svolta della Corte Costituzionale: più tutele per i diritti dei pazienti

Con la sentenza n. 76 del 30 maggio 2025, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 35 della legge n. 833/1978, nella parte in cui non prevede garanzie procedurali adeguate per le persone sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio (TSO). Si tratta di una decisione di portata storica, che riafferma l’imperativo costituzionale di tutelare la libertà personale e il diritto di difesa anche nei contesti di maggiore fragilità.
La Consulta ha rilevato che l’attuale disciplina consente un’applicazione eccessivamente automatica del TSO, spesso priva delle necessarie garanzie partecipative. In particolare, è stato censurato il mancato obbligo di notificare tempestivamente il provvedimento sindacale al paziente o al suo rappresentante, l’assenza dell’audizione personale da parte del giudice tutelare prima della convalida, e la mancata comunicazione del decreto con le indicazioni sui mezzi di ricorso. La Corte ha inoltre stabilito che le stesse tutele devono valere anche in caso di proroga del trattamento.
Non si tratta di formalità, ma di strumenti essenziali per la salvaguardia dei diritti inviolabili della persona. Il TSO incide profondamente sulla libertà individuale: proprio per questo, non può configurarsi come uno spazio di sospensione del diritto. Anche il paziente in stato di alterazione psichica conserva il diritto a essere ascoltato e a partecipare, nei limiti possibili, al procedimento che lo riguarda.
Dopo la sentenza, diversi tribunali hanno avviato la revisione delle prassi operative. Il confronto è aperto anche sulla modalità dell’audizione: se debba avvenire in presenza o possa svolgersi tramite videocollegamento. In ogni caso, il coinvolgimento diretto del giudice, là dove possibile, resta condizione essenziale per garantire un contraddittorio autentico, non ridotto a una formalità.

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