Si è svolto a Viagrande (CT) un Convegno dal Tema “Obesità Adolescenziale: ruolo del Trattamento Farmacologico” Facciamo Rete”. L’evento scientifico ha riscosso un grande interesse partecipativo tra Endocrinologi, Pediatri e Medici di Famiglia, ma non solo, tra i partecipanti anche esponenti della società civile, genitori e insegnanti.
Sono stati presentati i dati del Trial Clinico STEP TEENS (Studio Clinico multinazionale in doppio cieco a gruppi paralleli randomizzati con placebo condotto in 37 centri tra ottobre 2019 e marzo 2022) che ha valutato gli effetti di Semaglutide al dosaggio di 2.4 mg per 68 settimane su adolescenti con condizione di obesità (età media 15.4 anni). Oltre i dati ormai consolidati sulla riduzione del peso corporeo (oltre il 50 % dei pazienti trattati ha registrato una riduzione ponderale > 15% rispetto l’inizio del trattamento), l’attenzione dei congressisti è stata rivolta in modo dettagliato ai dati di sicurezza del trattamento (scarsi effetti collaterali ed in particolare nessun caso di pancreatite registrato) ed in particolare i punteggi relativi al miglioramento di parametri quali: autostima, socializzazione, confort fisico dei pazienti.
Il parere del Prof.re Sandro La Vignera (Professore Ordinario di Endocrinologia dell’Università degli Studi di Catania) su questo ultimo aspetto “Semaglutide molecola efficace e sicura che impatta sull’autostima dei ragazzi con obesità, determinando positive ricadute sulla loro capacità di socializzazione. Sappiamo come il body shaming, vale a dire la derisione della persona a causa del suo aspetto fisico, solo per il fatto di non conformarsi a canoni estetici imposti dalla società, sia uno dei meccanismi chiave dei fenomeni di bullismo all’interno delle scuole, nonché causa di dissidi familiari legati alle potenziali conseguenze quali la depressione ed il disturbo del comportamento alimentare che ne possono derivare. E’ tempo che la classe medica rifletta sulla necessità di fare crollare i pregiudizi riguardo l’uso di molecole efficaci e sicure anche tra i pazienti di più giovane età, a causa di tanta potenziale disinformazione”.












